SIAMO EROI IN POTENZA

È incredibile che in uno spot pubblicitario, o in qualsiasi propaganda, ci sorprenda tanto l’utilizzo di riferimenti naturali e umani. Ci stiamo disumanizzando?

Se non fossimo così storditi, apriremmo il cuore e di conseguenza anche gli occhi.

Dovremmo esigere a tutte le aziende che non solo promuovano i valori universali, ma che li applichino in tutto il sistema produttivo e commerciale.

Ma ci facciamo corrompere, o convincere per colpa della nostra mancanza di autostima.

Come succede anche in politica, dove si dovrebbe avere un’unica missione: essere devotamente al servizio della popolazione.

Invece è la corsa consensi, cercando di assecondare ad ogni costo le maggioranze e mantenere il potere attraverso la demagogia.
La politica non dovrebbe essere nemica di tutto ciò che ci danneggia? In primis: nemica dei nostri propri difetti e dei meccanismi che questi innescano nella società.

Però l’economia e la politica ci danno solo ciò che chiediamo, quindi riflettono solo la triste realtà interna della maggior parte degli individui: l’avidità, l’ignoranza e la pigrizia, hanno la meglio sulle nostre coscienze distratte.

Quando abbiamo il tipico atteggiamento: “voglio tutto e subito!”, anche a discapito degli altri e del futuro di tutti, inclusi noi stessi, senza dubbi, diventiamo il nostro peggior nemico.

Bensì, per migliorare e crescere bisogna assumersi le proprie responsabilità.

Quindi, anche stavolta, la causa del problema è innanzitutto individuale e poi collettiva e se ci aspettiamo che siano i governi a impulsare la cultura, saremo sempre più ignoranti. Con una cultura etica, avremmo comportamenti e governi morali. Basti porsi una semplice domanda: chi vorrebbe governare un popolo riflessivo e giusto? Di certo, non coloro che governano per ottenere i propri interessi.

Tra l’altro i governi hanno sempre sfruttato i migliori mezzi di comunicazione e non esiste uno strumento più potente della tecnologia.

Siamo bombardati! Le informazioni vanno più veloci del nostro pensiero critico. La nostra mente riceve molti più impulsi di quanti possa analizzare in modo approfondito.

Bisognerebbe muoversi nella tecnologia con i piedi di piombo e tuffarci a picco su qualche buon libro.

Perché non solo è conveniente stare attenti a ciò che capiamo, ma soprattutto a ciò che questo risveglia dentro di noi. In altre parole, abbiamo bisogno di soffermarci a riflettere su quello che abbiamo capito e se questo è buono per noi e per gli altri.

Non possiamo farci riempire la mente con concetti tossici!

Abbiamo una mente vigorosa e dobbiamo difenderci dai falsi alleati.

Tutto ciò che non sia buono e giusto per tutti, lo dovremmo rifiutare a priori, ricordando che siamo tutti interdipendenti.

Siamo eroi in potenza e i nostri super poteri risiedono, nella capacità di comprendere e di amare.

– IVAN PAOLONI-

SEMBIANZE DI RIPRESA

Facciamoci un favore: quando pensiamo all’economia, non pensiamo solo in termini di soddisfazione inmediata.

L’economia deve essere sostenibile:
– beneficiare tutte le persone implicate nelle diverse fasi produttive
– rispettare l’ambiente, che è casa nostra (di tutti) e la nostra maggior fonte di ricchezza materiale.

Non sprechiamo questa quarentena in confrontamenti stupidi da: “poveri contro poveri” e nemmeno nella banalità di anteporci a tutti i ricchi, anche a coloro che fanno crescere l’economia sostenibile (che cito sopra).

Se ci siamo dovuti fermare, forse era per riflettere e cambiare strada.

A volte tornare indietro serve a fare passi avanti nella giusta direzione.

Altre volte uno non si ferma e avanza prepotente mente… verso l’abisso.

Nessuna scienza deve prescindere della moralità. La scienza deve stare al servizio della vita.

Prima di tutto bisogna ritornare alle basi etiche… poi ne riparliamo, eh!

– IVAN PAOLONI –

L’ISTRUZIONE: spesa o investimento?

Per me la riposta è ovvia: l’ istruzione è l’investimento pubblico più importante.

L’ educazione è libertà!
L’ ignoranza è schiavitù!

L’ educazione è coraggio!
L’ ignoranza è paura!

Quindi:
IGNORANZA : PAURA = SISTEMA : SCHIAVITÙ

EDUCAZIONE : CORAGGIO = NOI : LIBERTÀ

Capisci le equazioni?

 

RIFLESSIONE:

 

  • Per questo sistema, che ci vuole fragili, spaventati e divisi, l’istruzione è una spesa (da evitare):

Le persone ignoranti sono facilmente controllabili. Serve solo potenziare i loro istinti e ridurre la loro autostima. Se non crederanno in loro stessi e negl’altri, avranno paura.

Cosa possiamo aspettarci da una persona che ha paura? Si afferra a qualunque cosa, ed è disposta a tutto… e questo, la rende pericolosa. Come se non bastasse, questa pericolosità (condizionata) ora giustificherà il disprezzo e l’odio della gente (triste conseguenza).

 

  • Se i governi invece ci volessero sempre più forti, coraggiosi e uniti, l’istruzione sarebbe un investimento (fondamentale):

Le persone consapevoli si autocontrollano e tendono naturalmente all’evoluzione. Quindi, una persona coraggiosa sceglie solo ciò che faccia bene a se stessa, alla socità, alla natura e all’umanità. Una persona coraggiosa non è schiava nemmeno dei propri istinti. Una persona libera e cosciente, è comunque pericolosa, non per la società, ma per chi la vuole sottomettere.

Se capissimo questo non crederemmo alle notizie, non saremmo consumatori irresponsabili, avremmo molte meno necessità.

Di fatto, se mai qualcuno avesse iniziato a leggere quest’articolo, avrà già smesso, perché lo considerarà troppo lungo e noioso.

Gli istinti sono veloci, invece la rifelssione e la presa di coscienza sono molto più lente. In altro termini la schiavitù è veloce, basta solo lasciarsi andare, invece la libertà è lenta, perchè bisogna conoscere noi stessi e scoprire il nostro sentiero.

 

CONCLUSIONE:

Sai già cosa fare?

Leggi, studia, mangia sano, fai sport, conosciti a fondo e ama senza pretese.

 

Se l’hai letto, qui sotto, scrivi per lo meno: “letto”. Mi sorprenderesti e te ne sarei grato.

– IVAN PAOLONI –

SE NON SIAMO PARTE DELLA SOLUZIONE, SIAMO PARTE DEL PROBLEMA

UNA LISTA DRAMMATICA:
Afghanistan, Etiopia, Filippine, Libia, Messico, Myanmar, Nigeria, Siria, Somalia, Sudan, Sud Sudan, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo, Yemen

CHE SIGNIFICA? Paesi in guerra.

Ma non finisce qui, nel mondo ci sono 378 conflitti bellici.

E NOI CHE C’ENTRIAMO? I paesi produttori di armi (l’Italia è al 13esimo posto in classifica mondiale) guadagnano + di 1700 miliardi di € nel business della vendita di armi. Hai letto bene?

Non siamo fieri del mondo sviluppato? Ci alimentiamo anche di sangue e dolore.

CHE POSSIAMO FARCI? Basta con le ipocrisie!

SE NON SIAMO PARTE DELLA SOLUZIONE, SIAMO PARTE DEL PROBLEMA.

Dati pubblicati sul sito Stampa.it, chi volesse ulteriori dettagli, me lo dica.

– IVAN PAOLONI –

BANDO ALLE CIANCIE

La grande sfida, che solo le persone responsabili assumono, è:

Incorporare una serie di abitudini individuali e collettive, che condannino l’ ingiustizia, attraverso le nostre scelte di consumo e le nostre azioni quotidiane, affinché cessi l’appropiazione indebita delle risorse naturali,, nei paesi in via di sviluppo, da parte dei paesi ricchi e delle multinazionali.

Quindi: proibire categoricamente tutti i mezzi di sfruttamento e rapina a mano armata dei beni naturali dei paesi più vulnerabili.

Così facendo, oltre a cercare di ridurre la sofferenza attuale delle popolazioni locali, con azioni solidarie, necessarie e specifiche, creeremmo le basi per un cambio reale e duraturo.

Per un sistema economico fondato nella giustizia sociale, nell’etica, invece che nella carità, necessaria soprattutto ad alliviare i nostri sensi di colpa.

– IVAN PAOLONI –

IF… (R. Kipling)

SE…

Se riesci a non perdere la testa quando tutti
Intorno a te la perdono, dandone la colpa a te.
Se riesci ad avere fiducia in te stesso, quando tutti dubitano di te,
Ma anche a tenere nel giusto conto il loro dubitare.
Se riesci ad aspettare senza stancarti dell’attesa,
O essendo calunniato, a non rispondere con calunnie,
O essendo odiato, a non abbandonarti all’odio
Pur non mostrandoti troppo buono, né parlando troppo da saggio.

Se riesci a sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni,
Se riesci a pensare, senza fare dei pensieri il tuo fine;
Se riesci, incontrando il Trionfo e la Sconfitta
A trattare questi due impostori allo stesso modo.
Se riesci a sopportare il sentire le verità che hai detto
Travisate da furfanti che ne fanno trappole per sciocchi,
O vedere le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
E chinarti e ricostruirle con i tuoi strumenti logori.

Se riesci a fare un cumulo di tutte le tue vincite
E a rischiarlo tutto in un solo colpo a testa o croce,
E perdere, e ricominciare dall’inizio
Senza dire mai una parola su ciò che hai perso.
Se riesci a costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi tendini
A sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti più
E di conseguenza resistere quando in te non c’è niente
Tranne la tua Volontà che dice loro: “Resistete!”

Se riesci a parlare con le folle mantenendo la tua virtù
O a passeggiare con i re senza perdere il senso comune,
Se né nemici, né affettuosi amici possono ferirti;
Se tutti gli uomini per te contano, ma nessuno troppo,
Se riesci a riempire l’inesorabile minuto
Con un momento del valore di sessanta secondi,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E, quel che più conta, sarai un Uomo, figlio mio!

 

SI…

Si puedes mantener la cabeza en su sitio cuando todos a tu alrededor
la han perdido y te culpan a ti.
Si puedes seguir creyendo en ti mismo cuando todos dudan de ti,
pero también aceptas que tengan dudas.
Si puedes esperar y no cansarte de la espera;
o si, siendo engañado, no respondes con engaños,
o si, siendo odiado, no incurres en el odio.
Y aun así no te las das de bueno ni de sabio.

Si puedes soñar sin que los sueños te dominen;
Si puedes pensar y no hacer de tus pensamientos tu único objetivo;
Si puedes encontrarte con el triunfo y el fracaso,
y tratar a esos dos impostores de la misma manera.
Si puedes soportar oír la verdad que has dicho,
tergiversada por villanos para engañar a los necios.
O ver cómo se destruye todo aquello por lo que has dado la vida,
y remangarte para reconstruirlo con herramientas desgastadas.

Si puedes apilar todas tus ganancias
y arriesgarlas a una sola jugada;
y perder, y empezar de nuevo desde el principio
y nunca decir ni una palabra sobre tu pérdida.
Si puedes forzar tu corazón, y tus nervios y tendones,
a cumplir con tus objetivos mucho después de que estén agotados,
y así resistir cuando ya no te queda nada
salvo la Voluntad, que les dice: “¡Resistid!”.

Si puedes hablar a las masas y conservar tu virtud.
O caminar junto a reyes, sin menospreciar por ello a la gente común.
Si ni amigos ni enemigos pueden herirte.
Si todos pueden contar contigo, pero ninguno demasiado.
Si puedes llenar el implacable minuto,
con sesenta segundos de diligente labor
Tuya es la Tierra y todo lo que hay en ella,
y —lo que es más—: ¡serás un Hombre, hijo mío!

¿SUMAS O RESTAS?

No sé que ocurre cuando el ser humano se acerca a las tentaciones, aunque sea para luchar contra ellas. La dificultad de permanecer firme, la soledad de todos aquellos que lo logran, el valor por seguir haciendo lo que toca, a pesar de saber cómo terminaron aquellos que perseveraron.

Me pregunto: ¿como se valora a un ser humano?
¿En base a lo que consiguen o en base a su nivel de coherencia?
¿En base a sus logros para con el mundo o a su forma de vivir entre su gente?
¿Puede un solo ser humano, intentar cambiar el mundo sin que el mundo le cambie? ¿Además quién le garantiza que sus seres queridos no cambien mientras él está ocupado en intentar cambiar lo que quizás no pueda cambiar sólo?

Todo comienza con pequeños gestos y terminan siendo un hábito que se transmite …

La educación es lo único que cambia al mundo. Y lo único que educa es el ejemplo.

Sólo aquél que es un ejemplo para si mismo y para los demás está cambiando el mundo, porque el mundo se cambia venciendo los defectos propios y sin permitir que se apoderen de uno mismo.

Sólo aquel que vence sus defectos está cambiando el mundo.

Sólo aquél que aporta lo mejor de si mismo mejora el mundo, solo aquél que actúa para sumar está contribuyendo al proceso evolutivo y quien no suma, resta.

¿Qué vas a hacer? ¿Sumas o restas?

– IVAN PAOLONI –

EUROPEI DI CALCIO 2012

Siamo stati tutti sulle spine durante i rigori contro l’Inghilterra. Anche uno come me, che in generale non ama gli sfarzi del calcio, quando gioca la nazionale, sente uno strano interesse per la partita. Beh! Hanno iniziato 16 squadre e l’Italia è giunta alla semifinale (per ora).

Tra le varie curiosità, tra calciatori milionari, tra i pettegolezzi fuori dal campo e le chiacchiere da bar, vi siete accorti di una “casualità”? In questi europei di calcio, tra le 4 semifinaliste, ci sono le nazionali dei 3 paesi maggiormente colpiti dalla crisi… e ai quarti di finale eravamo tutti e 4, compresa la Grecia… una coincidenza?

Ci stiamo concentrando sullo sport per una sorta di “difesa”?

Considerando che gli eventi sportivi sono stati sempre una “consolazione programmata” per “attenuare” le (il) pene del (al) popolo infelice (ahahah)… (distrarlo dagli affari sociali e politici, è sempre stata una strategia delle dittature)… sembra quasi una “coincidenza” fortunata… ma come mi viene in mente? Siamo in democrazia, dove i nostri diritti fondamentali, come l’informazione e la libertà di pensiero sono intoccabili (lo dice anche l’ONU)… o no?

Un nesso tra politica e sport sarebbe machiavellico… naaaa, troppa fantasia!

La storia insegna che non bisogna abbassare la guardia… che vinca quest’evento sportivo un paese in crisi? Di nuovo? Sapete chi vinse gli ultimi Europei e Mondiali… Questo significherebbe qualcosa?

Non sarà che l’unica fonte d’orgoglio nazionale che ci resta sia proprio lo sport? Non avremmo iniziato a misurare il nostro livello evolutivo e il nostro valore nazionale con le ”capacità” sportive? Siamo distratti da quello che realmente conta?

Come sempre, quando apparentemente non ci resta scelta, ce ne resta sempre una: quella di vivere quello che viene a modo nostro, con il nostro criterio e come insegna Epitteto, in sostanza, ci sono cose che non dipendono da noi, ed altre si… concentriamoci solo sulle ultime! Il resto è qualcosa che sta al di fuori della nostra portata e se non possiamo condizionarlo… per lo meno, non permettiamogli di condizionarci troppo!

– IVAN PAOLONI –

FOLLIA DIFFUSA

Stiamo vivendo un’epoca controversa tra cambi sociali e politici che ci lasciano esterrefatti, con malcontenti e senso di ribellione che a volte sfociano nei grandi movimenti popolari pacifici, o purtroppo in atti di intolleranza, di stanchezza e di violenza emblematica.

Ma… mi domando, siamo in grado di valutare con obiettività quello che che accade o siamo dentro ad una bolla di sapone? Abbiamo realmente gli strumenti per valutare la nostra condizione o viviamo in un inganno, una gabbia di opinioni create e di illusioni?

Pur condividendo le generalizzate motivazioni che inducono alla diffusa insoddisfazione e sapendo che sono causate da una profonda ingiustizia e da abusi perpetuati, mi oppongo a molte posizioni che mi circondano.

Sappiamo che la violenza è uno sfogo, d’accordo, ma essendo anche una soluzione facile nonchè un esempio di prevaricazione, in nessunissimo caso può generare un miglioramento duraturo, anzi, è discriminante per noi stessi in primis e per la società, perchè non porta mai ad un benessere condiviso,   alimentando le ostilità tra le parti, fomentando le divisioni e creando i presupposti per nuovi atti di violenza.

Dobbiamo rifiutarci come esseri pensanti e sociali, di alimentare un sistema senza etica, attraverso quello che comporta per  chiunque, il maggiore degli sforzi e sacrifici: il buon esempio. Col buon esempio si crescono bene i figli, col buon esempio si fa la vera politica, la vera istruzione e con il buon esempio diamo il nostro unico contributo, perchè solo dal momento che siamo in regola con i nostri doveri, possiamo pretendere il rispetto dei nostri diritti.

Immaginiamo per un istante, come sognatori, un mondo dove ognuno fa quello che è moralmente giusto: ci sarebbe comunque bisogno di avvocati, giudici, polizia ecc.?

Questa è utopia lo sappiamo, purtroppo… però, il buon esempio non smette di essere l’ingrediente magico. Altrimenti giustificheremmo anche le guerre, quando sappiamo, malgrado quello che ci fanno credere, che le vere ragioni sono gli interessi personali.

Viviamo in un grande inganno e la violenza ci pone l’uno contro l’altro, quando realmente, il nostro nemico è l’arrivismo umano insito in ognuno di noi e la tendenza a pregiudicare gli altri a nostro vantaggio. Se non cambia la mentalità di ognuno, il potere continuerà a corrompere anche i rivoluzionari.

Immaginiamo che si riesca a cambiare il volto dei nostri politici. Valutando lo stato attuale e generale della società, come eviteremmo che li rimpiazzino altri corrotti? La società siamo noi, il sistema siamo noi, lo abbiamo alimentato e lo continuiamo ad alimentare senza rendercene conto a tutti i livelli sociali ed economici.

Non parlo, magari, di pochi martiri, ma, solo per fare un esempio e ne potrei fare molti altri, della classe sociale media che non deve preoccuparsi della sopravvivenza. Credete che si impegni per il benessere comune o vuole apparire e ambisce alla ricchezza, troppo spesso, senza chiedersi: “a che prezzo?”

Alla gente interessa veramente, come le banche amministrano i loro risparmi (attività criminali o semplicemente illecite a livello nazionale o internazionali magari, che permettono + mobilità e meno tracciabilità) o scelgono un investimento esclusivamente secondo i maggiori benefici nel minor tempo possibile?

Tutti noi, dovremmo domandarci: “sapremmo rinunciare alle nostre comodità se scoprissimo che fanno del male ad altre persone?” Dobbiamo imporci un ragionamento critico!

È facile accanirci contro i politici e al tempo stesso desiderare sempre di ottenere privilegi, di non contribuire allo sviluppo sostenibile per tutti, rispettando il medio ambiente e il lavoro di chi ci permette una buona vivibilità, a volte, a costo della propria vita, solo per farci continuare la corsa verso l’ “affermazione sociale”.

Tutto questo può risultare anacronistico, ne sono consapevole, ma ci siamo fatti raccontare che, in questa vita, per essere, bisogna avere. Ripeto, credo che dobbiamo ristabilire delle priorità.

Per me le parole d’ordine sono ETICA, AUTOCRITICA, RESPONSABILITÀ, RISPETTO PER TUTTI, TOLLERANZA VERSO TUTTI, AMORE PER L’UMANITÀ e tutti coloro che si sentano feriti e stanchi del sistema, dovrebbero farsi portavoce di questi principi, lavorare tutti uniti e non gridare per fare ulteriore casino.

Agire con autorità, senza dimenticare che mai e poi mai, il fine giustifica i mezzi, per nessuna ragione. C’è il rischio d’incorrere in una sorta di demagogia politica, di condannare i  politici e somigliargli allo stesso tempo.

L’autocritica personale è la promozione della nostra responsabilità e del nostro potere. Perchè se ognuno di noi si escludesse dal concorso di colpa, rimarrebbe un problema a strati, che acquisirebbe maggior importanza e gravità a seconda del ruolo civile, professionale e sociale di ogni soggetto. Insomma chi ha + potere fa + danni, questo è ovvio, sempre che le persone non cambino le priorità, la mentalità e i comportamenti.

Tutti abbiamo un gran potenziale che può garantire il miglioramento e se iniziassimo a condannare i nostri nemici interiori, senza scuse ne ipocrisie, guardandoci allo specchio con franchezza, qualcosa cambierebbe davvero. Altrimenti (lo ripeto) l’apparenza ci divorerà e visto che già non sappiamo chi sono “gli altri”, continueremo a non capire nemmeno chi realmente siamo noi.

Potremmo inizire discriminando il risultato “facile”, essendo contrari all’attitudine “tutto e subito” in questo classico clima da “scarica barile”.

Per quanto riguarda l’aspetto economico, ammiro chi ottiene quel che vuole, sempre che lo abbia conseguito in modo onesto e in una paritaria opportunità di accesso alle risorse. Concordo con il principio della meritocrazia, trasparente e legittima e con la responsabilizzazione di ogni soggetto.

Quello che  invece disapprovo è che un politico guadagni un invidiabile stipendio, quando il governo del bene pubblico dovrebbe essere un privilegio e un riconoscimento esclusivo dei saggi e dei giusti.

Nell’esercizio di questa funzione, percepirebbero una pensione molto modesta, essendo sostenuti interamente dallo stato. Ma questa società è corrotta e lo siamo ognuno di noi che la componiamo e la accettiamo per quella che è, cioé l’unione di tutti noi cittadini medi e mediocri, che creiamo un complesso di valori e abitudini comuni, che vengono emulati ed adottati come i più convenienti.

PERSONALMENTE, DICO SI, ALLA BATTAGLIA DI PRINCIPI, PER LA CRESCITA DEL GENERE UMANO, ASSOLUTAMENTE SENZA VIOLENZA, MA CON LA FERMEZZA DELL’ ETICA E DELLA MORALE, INIZIANDO DA NOI STESSI, DALLE NOSTRE SCELTE QUOTIDIANE, LIBERANDOCI DA QUESTO MATERIALISMO/EGOCENTRISMO CHE CI TIENE SOTTO SCACCO.

La verità è che non sappiamo riflettere, figuriamoci, scegliere o agire. Le maratone si fanno con allenamento, sacrificio e con la testa, prima che con i muscoli e con le gambe.

Credo che l’evoluzione sia la presa di coscienza di ognuno e  nel cambio delle proprie abitudini, nel ristabilire un ordine morale prima che politico (a partire da noi stessi). Perché altrimenti cambieremo i politici di turno, ma permetteremo che governino con gli stessi attuali propositi: opportunismo e individualismo, perchè sono quelli che caratterizzano l’intera società e tristemente quello che faremmo anche noi, poveri d’animo e di valori, se avessimo tanto potere.

Scusa la franchezza!

– IVAN PAOLONI –

 

TRA REALISMO E POESIA

Non pensiamo!

Sembriamo ignorare il più primordiale dei principi: causa-effetto!

  1. Inquiniamo la stessa acqua che prima o poi berremo
  2. contaminiamo la stessa terra che poi coltiviamo
  3. abbattiamo intere foreste, privandoci dell’ossigeno per respirare.
  4. Cerchiamo di sopraffarci l’un l’altro come se nella spietata competizione non ci fosse sempre un pesce più grande che si nutrirà di noi.

I nostri capricci ci inducono alla cecità e camminiamo, a volte persino corriamo senza perdere di vista l’assurdo proposito, che ci distrae da ciò che calpestiamo e dal cammino intrapreso. Ci lasciamo guidare dalle necessità fisiche e ci dimentichiamo della reciprocitá.

 

 

Siamo smarriti!

 

  1. Abbiamo perso i nostri super poteri: la nostra etica, la nostra morale.
  2. Crediamo che i principi siano il pane dei tonti, di coloro che restano sempre indietro perchè non sanno competire, come se tutto fosse in vendita.
  3. I valori che ci ispirano sono quelli del consumismo compulsivo: tutto e subito, per poi annoiarci presto e volere altro per cui ricominciamo tutto da capo.
  4. La noia ci induce ad assumere sostanze che ci fanno perdere il controllo e il contatto con la realtà.
  5. Stimiamo coloro che ottengono tutto senza sforzi, che si pongono al centro del mondo e lo spremono per i propri interessi.
  6. Ci facciamo governare da esseri ripugnanti, simili a vampiri, che si nutrono del nostro sangue, che schiacciano i nostri diritti, che ci ridicolizzano, che ci spogliano della nostra dignità e che in nessun modo favoriscono il nostro sviluppo umano.
  7. Ci fanno credere che possiamo scegliere e per questo difendono la falsa democrazia. Colui che governa un popolo dovrebbe essere esempio di:
    • saggezza,
    • altruismo,
    • rettitudine,
    • virtù,
    • cultura,
    • onestà
    • e coerenza.
  8. Invece i nostri politici bluffano e ingannano senza vergogna per poi rimanere impuniti.
  9. Permettiamo loro di rimanere nei carichi pubblici senza chiedergli mai il conto per quello che hanno rotto e degli impegni che non hanno saputo o voluto mantenere.

 

 

La responsabilità è nostra!

 

Siamo contaminati dai nostri istinti, sopraffatti dalle nostre emozioni, vittime dei nostri stessi desideri, che ci conducono al baratro della depressione.

Siamo sempre più dipendenti dai beni materiali e sempre più poveri di spirito.

Ci afferriamo alle nostre comodità fino ad identificarci con loro.

Vaghiamo per la terra senza sapere da dove veniamo, verso quale direzione procedere, il motivo della nostra esistenza, come se fossimo stati catapultati in questa dimensione, dal mondo dei fessi e non formassimo parte della natura che ci adotta e di un vincolo comune, che ci unisce tutti, come fossimo gemelli siamesi.

Siamo dominati dai nostri 5 sensi, ma paradossalmente non siamo in grado di percepire più nulla.

Ci facciamo mangiare il cervello dalla TV commerciale e decidiamo sempre la via più corta.

Abbiamo perso la fede in noi stessi, nei nostri mezzi, siamo diventati dei codardi, che lasciamo le cose al loro corso, che lasciamo che sia la società a dirci quel che dobbiamo fare, anche se obiettivamente sappiamo che è misera e mediocre.

 

 

Quindi?

 

A me capita di sentirmi inerme di fronte a quello che mi circonda e che non dipende direttamente da me:

  1. la pace nel mondo,
  2. le carestie e la siccità,
  3. le catastrofi naturali,
  4. l’attitudine criminale del genere umano,

hanno tormentato la mia mente per diverso tempo, finchè ho deciso di cercare di migliorarmi e semplicemente di contribuire, nelle mie possibilità, al miglioramento di chi sta alla mia portata.

Probabilmente se fossi in grado di dare un vero contributo alla società e se altre persone facessero lo stesso, saremmo  meno vicini all’autodistruzione.

Credo che non avverranno cambi positivi a breve termine, nel fronte internazionale, quindi deduco che semplicemente possiamo ricongiungerci con noi stessi e prenderci cura delle persone intorno a noi.

Il cammino del genere umano verso l’Evoluzione è ancora lungo.

Reputo che la filosofia, come auto conoscenze e auto miglioramento, sia l’unica via percorribile e cerco dentro di me l’ispirazione e la perseveranza.

Da li sorge il desiderio di armonia e di creazione, di qualcosa che nasca dall’anima e si rivolga all’anima.

É quella la sorgente della massima espressione verbale, sin dall’antichità, in cui l’essere umano si è sempre posto domande esistenziali e ha cercato di plasmare l’amore.

Infine, cerco di riflettere a lungo e di equilibrarmi, con l’aiuto di  trattati filosofici, versi e sonetti poetici.

Ogni volta che la pressione esterna, oltrepassa le barriere, sento crescere in me la voglia di poesia.

L’errore non è mai nel fallimento o nel successo… l’errore è nel principio immorale che ci fa agire. Non può esistere errore nell’azione generata da un pensiero etico.

IVAN PAOLONI